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Quando si aspetta un bimbo, anche un malessere banale come un raffreddore o una leggera alterazione della temperatura corporea possono allarmare una futura mamma. Ma è sempre necessario farsi prendere dall’ansia? No, non sempre è così. La febbre in gravidanza può presentarsi anche più spesso del normale perché il sistema immunitario è più vulnerabile e quindi più facilmente attaccabile.
Innanzitutto però è bene sottolineare cosa si intende per febbre in gravidanza. Soprattutto nelle prime settimane, un aumento della temperatura fino a 37,2-37,4°C è piuttosto comune nelle donne incinte per effetto del progesterone: questo ormone fa dilatare vasi sanguigni e capillari, facendo salire un po’ la temperatura. A volte questa “febbricola” viene addirittura considerata un sintomo di gravidanza. Dunque si tratta di febbre al di sopra dei 37,5°C.
Le cause della febbre in gravidanza sono molteplici:
- Infezioni virali (ad esempio l’influenza, il Covid 19, il citomegalovirus, virus parainfluenzali…), batteriche (come lo pneumococco, responsabile di alcune forme di polmonite) o causate da altri agenti patogeni (ad esempio il toxoplasma gondii).
- Tossinfezioni alimentari (salmonellosi, listeriosi, epatiti).
- Malattie infettive come la rosolia o il morbillo.
- Colpi di calore.
Rischi della febbre in gravidanza
La febbre non è una malattia, ma un meccanismo di difesa dell’organismo contro un agente esterno. I rischi della febbre in gravidanza dipendono in gran parte dalla causa scatenante. In linea di massima, un rialzo della temperatura non particolarmente elevato e sporadico non dovrebbe impensierire. Il discorso invece è diverso in caso di febbre alta, specialmente se accompagnata da altri sintomi e da uno stato di malessere generale.
La febbre superiore a 38,5-39°C va sempre attenzionata perché può essere il campanello d’allarme di un’infezione, che è tra le cause più serie di febbre perché può comportare alcuni danni anche importanti. La febbre in gravidanza nel primo trimestre sembrerebbe concorrere allo sviluppo di malformazioni fetali, soprattutto a carico del tubo neurale. Per avvalorare questa ipotesi però serviranno altre conferme scientifiche.
Nel secondo trimestre e nel terzo trimestre, la febbre aumenta la possibilità di contrazioni uterine e parto prematuro. Inoltre, se c’è un problema alle vie urinarie – molto ricorrente col pancione – l’infezione potrebbe arrivare al sacco amniotico, con conseguente rottura delle membrane e parto pretermine.
Anche la classica influenza non va presa sottogamba durante la gestazione. Secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), provoca più ospedalizzazioni tra le gravide che nella popolazione generale. Dello stesso avviso è il ministero della Salute, che ricorda cosa succede al feto se la mamma ha l’influenza: si verificano più spesso prematurità, basso peso del nascituro, interruzioni di gravidanza. Senza contare che le complicanze respiratorie sono più frequenti e, nei casi più gravi, si può arrivare alla sepsi, cioè una risposta infiammatoria eccessiva dell’organismo che danneggia tessuti e organi e che è potenzialmente letale.
Ecco perché il vaccino antinfluenzale in gravidanza è così raccomandato. È gratuito per chi è incinta e può essere fatto in qualsiasi trimestre. Inoltre è inattivato, quindi innocuo per la gestante e per il bambino. A tal proposito l’AOGOI sottolinea che “vi è evidenza dagli studi clinici e studi osservazionali che non vi è alcun aumento del rischio di difetti congeniti o effetti negativi per il feto di donne che sono state vaccinate contro l’influenza durante la gravidanza”.
Altri rischi della febbre in gravidanza sono quelli legati ad alcune patologie come la toxoplasmosi e la rosolia, o al citomegalovirus. Se contratti in particolare nel primo trimestre, possono avere conseguenze anche severe, come malformazioni fetali oppure interruzione della gravidanza.
Cosa fare se si ha la febbre in gravidanza?
Un’alterazione della temperatura di pochi decimi non è mai preoccupante. Se però il termometro schizza sopra i 38°C è sempre opportuno contattare il proprio ginecologo o l’ostetrica di riferimento per sapere cosa fare.
In caso di febbre in gravidanza è consigliabile cercare di stare a riposo, rimanendo sdraiate in un ambiente ben umidificato. Non ci si deve mai coprire eccessivamente, anche se si sente freddo: è la stessa regola che vale per i bambini febbricitanti, anche se si tende a fare l’esatto contrario.
È fondamentale fare attenzione anche ad eventuali altri sintomi e riferirli al medico: ad esempio, perdite vaginali verdastre o maleodoranti (“spia” di una possibile infezione), disturbi urinari, dolori addominali o simili a quelli mestruali (potrebbero essere contrazioni uterine), difficoltà respiratore, tosse, affaticamento, dolore alla zona lombare.
Tra i rimedi per l’influenza bisogna prendere tutte le precauzioni per evitare la disidratazione, che può avere ripercussioni negative sul feto. Quindi bere molto e mangiare cibi ricchi di acqua, vitamine e sali minerali, come la frutta e la verdura.
Per quanto riguarda i farmaci per la febbre in gravidanza, mai fare di testa propria, ma rispettare le prescrizioni mediche su cosa prendere, in quali quantità e per quanti giorni. Il paracetamolo è l’antipiretico considerato più sicuro in gravidanza. Altri tipi di farmaci (antibiotici, cortisonici o antivirali compatibili con la gestazione) vengono prescritti a seconda della causa della febbre e se c’è il rischio di complicanze pesanti (ad esempio la polmonite).
Quando preoccuparsi se si ha la febbre in gravidanza?
La febbre in gravidanza può essere preoccupante se è molto alta, se dura per parecchi giorni e se non si abbassa con le normali terapie. Se si associano dolori addominali e/o perdite è consigliabile recarsi al pronto soccorso ostetrico. Se ci sono i segnali di un’infezione, è meglio approfondire per arrivare ad una diagnosi e a una terapia corrette.
Per i CDC americani, se si verifica febbre in gravidanza, è necessario rivolgersi ai servizi di emergenza in caso di:
- difficoltà respiratorie.
- Dolore persistente al petto o all’addome.
- Confusione persistente.
- Assenza di minzione.
- Dolori muscolari forti.
- Debolezza severa.
- Febbre o tosse che migliorano e tornano improvvisamente.
- Pochi o nessun movimento fetale.
Fonti
Ministero della Salute
Centers for Disease Control and Prevention (CDC)
Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI)
Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.