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A cura di:
Loredana A. Messina *
Nicola Chianchiano **
Quando iniziamo a pensare di concepire un bambino la nostra mente inevitabilmente si attiva e cominciamo a fantasticare su come sarà nostro figlio, come saremo noi come genitori, i giochi che faremo con lui o lei, tutte le cose che insegneremo al nostro piccolo. Istintivamente lo creiamo nella nostra mente ancor prima di sapere di averlo in grembo. Tuttavia non riusciamo mai a considerare la possibilità di concepirne più di uno nello stesso momento. Difficilmente immaginiamo una gravidanza gemellare e diverse e svariate possono essere le reazioni dei genitori nel momento in cui il ginecologo formula la frase “complimenti, sono due!”.
Quanto è diffusa la gravidanza gemellare
Le statistiche ci danno importanti informazioni e indicano che in questi ultimi decenni abbiamo assistito ad un aumento del numero delle gravidanze gemellari arrivando ad una percentuale di circa il 3%. Questo dato epidemiologico è da correlare all’aumento dell’età media in cui si intraprende una gestazione ed al ricorso sempre più frequente alle metodiche di procreazione medicalmente assistita.
Perché si verifica?
Tecnicamente la gravidanza gemellare deriva dalla fecondazione di diversi ovociti da parte di altrettanti spermatozoi (dizigote, trizigote, tetra zigote, etc.) oppure dalla divisione del singolo ovocita fecondato da un singolo spermatozoo (monozigote). In base al momento della crescita in cui lo zigote si divide, il risultato sarà quello di una gravidanza con placente separate, cavità amniotiche separate (bicoriale, tricoriale, etc.) ed un gemello per ciascuna di esse se la separazione è precoce. Oppure quello di una gravidanza con una singola placenta e diverse cavità amniotiche (monocoriale, biamniotica o triamniotica) o di una singola placenta con una sola cavità amniotica (monocoriale e monocamniotica) o, in casi rari, monocoriale monoamniotica con gemelli congiunti (gemelli siamesi).
Le modificazioni dell’organismo materno sono ovviamente condizionate dalla presenza di più feti e più placente. La donna è maggiormente esposta alle alterazioni del metabolismo dei carboidrati ed all’incremento della pressione arteriosa.
I feti, invece, si sviluppano armonicamente come un feto singolo fino a 32 settimane circa, ma dopo tale periodo la loro velocità di crescita si riduce fisiologicamente. Alla fine avranno raggiunto un peso inferiore a quello di un solo bambino a termine.
Possibili complicanze della gravidanza gemellare
Circa il 60% delle gravidanze gemellari termina prima del tempo previsto (parto pretermine). Questo evento costituisce una preoccupazione perché i neonati venuti al mondo prima che i loro organi siano completamente maturi, per tale motivo sono un po’ più fragili e quindi più vulnerabili. Altrimenti, la gravidanza gemellare raggiunge bene il temine di 37-38 settimane di gestazione.
Alcune complicanze sono, tuttavia, caratteristiche e specifiche delle gravidanze in cui una sola placenta nutre i gemelli (gravidanza monocoriale).
La placenta è costituita normalmente da un groviglio di vasi sanguigni. Nella placenta monocoriale, dei vasi mettono in comunicazione i due cordoni ombelicali (anastomosi vascolari), consentendo così al sangue diretto ad un gemello di mescolarsi con il sangue diretto all’altro bambino.
Nella maggior parte dei casi questa condizione emodinamica è equilibrata e la gravidanza gemellare procede senza complicanze particolari.
Cos’è la trasfusione feto-fetale
Tutt’altra storia è quando viene meno questo equilibrio delicato. Lo sbilanciamento vascolare verso un feto a discapito dell’altro determina, nel 15% dei casi, una condizione definita come “sindrome da trasfusione feto-fetale”, in cui il sangue di un gemello, detto “donatore”, affluisce all’altro gemello, detto “ricevente”. Questa condizione comporta un sovraccarico cardiaco nel ricevente e una riduzione del volume sanguigno nel donatore.
A lungo andare, purtroppo, la trasfusione feto-fetale provoca la morte dei due gemelli o di uno solo di essi a cui però può seguire un danno cerebrale nel bimbo sopravvissuto.
Grazie alla tecnologia medica, oggi è possibile un intervento che ha lo scopo di curare la trasfusione feto-fetale: utilizzando uno strumento ottico (fetoscopio) si introduce dentro l’utero un raggio laser che coagula ed interrompe i vasi che vanno da un gemello all’altro. In tal modo è possibile salvare una buona parte dei bimbetti nelle pance della mamma.
Tutto questo ha inevitabilmente delle ripercussioni a livello psicologico e, se inizialmente si vive lo sbigottimento e la gioia di una gravidanza “tandem”, ad un tratto ci si può ritrovare a dover fare i conti con queste patologie. Va sottolineato che non tutte le gravidanze gemellari hanno tali epiloghi, ma crediamo sia utile parlarne per poter offrire ai genitori che si ritrovano in queste situazioni la possibilità di avere informazioni utili che li aiutino a non isolarsi.
Dove si cura la trasfusione feto-fetale
I centri ospedalieri italiani dove si effettuano gli interventi per la terapia della trasfusione feto-fetale sono pochi e si trovano a Milano (ospedale Buzzi e clinica Mangiagalli), Brescia (Ospedali Riuniti), Genova (ospedale Gaslini) e Palermo (ospedale Buccheri La Ferla-Fatebenefratelli).
Inoltre, esistono delle Associazioni che si occupano del sostegno psicologo dei “genitori tandem” e pensiamo sia utile citarne alcune:
Associazione Georgia, Palermo
Il Giardino di Aurora, Milano
Tamba, London
* Psicologa, psicoterapeuta, presidente Associazione Georgia
** Ginecologo ospedale Buccheri La Ferla (Palermo) e referente gravidanze gemellari per il Sud Italia
Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.