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ape prende polline da fiore giallo
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D’estate all’aria aperta, in giardino, nel bosco, in acqua al mare, sono tante le possibilità di incappare in spiacevoli e dolorosi incontri: dalle api alle vespe, dalle meduse alle ortiche. Ecco alcune semplici regole per dare sollievo ai vostri piccoli se dovessero avere questi sfortunati inconvenienti.

Le punture di insetto sono molto frequenti in estate e altrettanto dolorose. In caso di puntura da parte di un’ape o una vespa è importante prima di tutto la rimozione immediata (entro 20 secondi) del pungiglione o con le unghie o con delle pinzette, come raccomanda l’Ospedale Bambino Gesù sul suo sito. La velocità d’estrazione è fondamentale perché il veleno viene rilasciato proprio entro 20 secondi dalla puntura.

Successivamente applicare qualcosa di freddo sulla zona e poi una crema antinfiammatoria e, se è il bambino è molto sofferente, somministrare un analgesico, come il paracetamolo, per lenire il dolore. Meglio comunque chiedere al pediatra.

Il vero pericolo delle punture di api, calabroni e vespe è la possibilità di una reazione allergica con successivo shock anafilattico, che riguarda i soggetti predisposti. In quel caso si possono utilizzare degli antistaminici in compresse e solo in casi di reazioni allergiche generalizzate può rendersi necessario il ricorso all’iniezione di adrenalina.

Un altro insidioso pericolo della stagione in cui si gira con maniche e pantaloni corti è la puntura di ortica. Questa pianta, infatti, si trova in vari climi, tutto l’anno e in diverse parti del mondo. Le foglie sono ricoperte di peli serici che contengono delle sostanze chimiche urticanti.

La prima regola è evitare di grattarsi per non consentire il passaggio al derma degli elementi urticanti. Poi bisogna cercare di togliere i residui delle foglie, successivamente applicare del ghiaccio e poi un rimedio naturale composto da bicarbonato di sodio e acqua. Spalmare infine una crema da lasciare agire 30 minuti per dare sollievo.

Altro nemico dei piccoli in vacanza sono le meduse. I tentacoli emettono una sostanza urticante per la pelle e le irritazioni avvengono non soltanto per contatto, ma anche soltanto per sfioramento dei filamenti. La sostanza che secerne la medusa tramite i suoi tentacoli può provocare dolore, arrossamento e gonfiore.

Quando si viene in contatto con la medusa la sensazione primaria è un forte bruciore e dolore e poi segue l’irritazione e il rigonfiamento della pelle. Quando si viene “pizzicati”, bisogna verificare se ci siano pezzettini di medusa rimasti attaccati alla pelle ed eliminarli, poi sciacquare con acqua di mare se non si hanno a disposizione altri rimedi.

In caso invece si possa ricorrere ai farmaci, è utile applicare un gel al cloruro di alluminio che ferma il prurito e la diffusione delle tossine nel corpo. Non usare medicazioni con ammoniaca, aceto, alcol o succo di limone che possono soltanto peggiorare la situazione.

Infine, se il bambino dovesse inavvertitamente mettere il piede su un riccio di mare non cercate di estrarre i frammenti dell’aculeo con le unghie o una pinzetta. L’ideale è tamponare la parte colpita con una garza imbevuta di acqua calda o immergere tutto il piede in una bacinella di acqua calda. Dopo che i pezzetti di riccio saranno stati eliminati, disinfettate semplicemente con acqua ossigenata.

Se avete il dubbio che dei frammenti siano rimasti nel piede, rivolgetevi al pronto soccorso per farli togliere da personale esperto.

Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.