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neonato sulla bilancia
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Con la collaborazione scientifica del dott. Giuseppe Montalbano, pediatra di libera scelta a Palermo.

Fin dai primi giorni di vita, le questioni relative all’aumento di peso e statura dei piccoli rivestono una grande importanza per ogni genitore. Bisogna però evitare che la bilancia diventi fonte di preoccupazione non giustificata, spesso foriera della cosiddetta “medicalizzazione” del bambino, con richiesta di controlli specialistici ed indagini di laboratorio superflui e quindi inutili.

Come cambiamo peso e statura nei neonati?

Subito dopo la nascita, inizia l’avventura con la bilancia e la pesata, che prima è settimanale, poi diventa mensile. L’importante è che questa operazione non diventi un momento di tensione e di ansia. Ricordiamoci che, mediamente, il neonato raddoppia il peso alla nascita verso il 5°- 6°mese e lo triplica ad un anno, mentre, per quanto riguarda la statura, all’anno dalla nascita questa aumenta del 50% rispetto alla lunghezza alla nascita (per esempio, 50 cm alla nascita, ad un anno 50 + 25, cioè 75 cm). Parliamo chiaramente di media.

Il peso dipende dalla quantità e qualità di cibo che il piccolo assume, mentre la statura principalmente da fattori genetici oltre che alimentari. Altri elementi che possono incidere sul peso sono rappresentati da una eccessiva vivacità del bambino, da disturbi del sonno, da errati comportamenti genitoriali etc.

Perché il neonato non cresce?

Comunque, nonostante esistano tabelle precise, statistiche e percentili, la crescita di un bambino non sempre è costante e non occorre andare in paranoia se la bilancia dice che il neonato non cresce: talvolta i motivi sono banali. Ad esempio, in alcune settimane potrebbe crescere meno in peso e più in lunghezza o compiere progressi importanti ed impegnativi (come imparare a gattonare, la dentizione decidua, detta anche da latte, etc.).

Altre volte il neonato non cresce perché un semplicissimo malanno di stagione gli ha fatto perdere un po’ di appetito. Voi avete molta fame quando siete preda di un potente raffreddore che vi impedisce una corretta respirazione nasale? Pensate allo sforzo del piccolo che deve succhiare dal seno o dal biberon…

L’ansia dei genitori riguardo la crescita del proprio bambino può poi scaturire anche da antichi retaggi o consuetudini popolari (specialmente al sud, dove, guarda caso, la percentuale di bambini sovrappeso o francamente obesi è la più alta d’Italia), secondo cui un bimbo, per essere sano, deve essere prima di tutto tondo e paffutello. Invece non sempre è così. Gli esperti non sanno più come dirlo: ogni bambino è un individuo a sé, con i suoi particolari ritmi di crescita, e si sviluppa secondo le proprie caratteristiche costituzionali che, in buona parte, dipendono dal patrimonio genetico ereditato dai genitori. Se voi e il vostro partner siete bassini e minuti, non aspettatevi che vostro figlio diventi un “gigante”.

Cosa fare se il neonato non cresce

Insomma, tutto questo serve a dire che, se per un periodo, un neonato non cresce oppure se la crescita non è eclatante o se ci sono pause temporanee, non serve allarmarsi subito. La percentuale di piccoli che effettivamente hanno un problema di salute collegato alla crescita è davvero bassa. Per tutti gli altri si parla di “cronopatia” o “malattia dell’orologio”: si tratta soltanto di bambini che hanno ritmi di crescita più lenti dei loro coetanei.

Esistono però alcune situazioni in cui una riduzione o uno stop di peso e altezza possono essere la spia di qualcosa che non va. 

La visita dal pediatra

A questo scopo, la pediatria di famiglia prevede l’esecuzione dei cosiddetti bilanci di salute, cioè controlli programmati che, come dice il termine stesso, fanno un bilancio dello stato di salute del piccolo e che sono più ravvicinati durante i primi tre anni di vita, secondo l’assioma che fondamentali per la futura crescita di un individuo sono i primi 1.000 giorni di vita. Qualora dovessero emergere evidenti scostamenti, apparentemente non giustificati, dai normali parametri di crescita, il pediatra ricorrerà ad indagini di laboratorio o ad ulteriori visite specialistiche per affrontare e risolvere il problema.

Quali esami fare se il neonato non cresce

Convalidato il sospetto di un problema si procede con esami specifici per essere certi che il bambino non soffra di allergie o intolleranze alimentari (ad esempio, quella alle proteine del latte vaccino), di patologie gastrointestinali (come la celiachia e il reflusso gastroesofageo che, se non trattati, possono incidere sulla crescita).

I test serviranno anche ad accertare che non vi siano malattie genetiche, cromosomiche, renali o ematiche che possono interferire con lo sviluppo del bimbo. In ambito endocrinologico vengono valutati possibili disfunzioni della tiroide, deficit dell’ormone della crescita o patologie delle ghiandole surrenali.

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Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.